Ferrata i Magnifici 4, Monti Maerins (TN)

Val San Nicolò, vallata laterale della Val di Fassa

Luogo di partenza ed arrivoMalga Crocifisso in Val San Nicolo, vicino a Pozza di Fassa
(Trento) in Val di Fassa
Distanzan.d.
Dislivello750mt circa:
– 150mt da Malga Crocifisso all’attacco della ferrata;
– 600mt per la Ferrata;
Tempi30 min, Malga Crocefisso – Attacco ferrata;
2:30 ore, Ferrata – Baita Cuz (2200);
1:30 ore Baita Cuz – piste sci del Buffaure – Malga Crocefisso;
Quota massima2200mt a Baita Cuz
DifficoltàDifficile, con un passaggio molto difficile
RiferimentiAssociazioni C.A.I. Val di Fassa;
Malga Crocifisso (www.malgaalcrocifisso.com);
Rif. Baita Cuz (www.rifugiobaitacuz.com);

Curiosità:

Ferrata dedicata a 4 volontari del soccorso alpino (Alex, Diego Erwin e Luca) morti il 26/12/2009 in Val Lasties durante un’operazione di soccorso. La ferrata è nata sul progetto di ripristino di un sentiero attrezzato utilizzato nella grande guerra come seconda linea e punto di avvistamento verso le creste del Malinvern, passo delle Selle e l’intera cresta del Costabella fino alla fortezza del Col Umbert. Lungo il tracciato della via ferrata sono stati rinvenuti resti di catene, chiodi e vecchie tavole in legno utilizzati per attrezzare il sentiero stesso.

Ripercorrendo il sentiero, che per sua natura e scopo originario, offre panorami ampi e meravigliosi pur rimanendo nascosto ai lati dei maestosi Maerins, è stato riportato alla luce il percorso che dalla Valle S. Nicolò ci porta in cima al Buffaure.


Come raggiungerla e breve descrizione itinerario:

In val di Fassa, giunti al paese Pozza di Fassa, si arriva ad una rotonda sulla quale si trovano le indicazioni per la Val San Nicolò (se si proviene da Moena, alla rotonda si gira a destra). Imboccata la strada per Val San Nicolò, proseguire in macchina fino a Malga Crocifisso dove si può parcheggiare l’auto in un grande parcheggio.

Dalla Malga Crocifisso proseguire a piedi sulla strada asfaltata che continua in leggera salita. Dopo circa 500mt di strada asfaltata si vede chiaramente sulla sinistra, oltre il torrente Rio S. Nicolò che si attraversa con un ponticello di legno o un più moderno ponte per i mezzi a motore, una costruzione in legno e muratura alla quale è appeso il cartello che indica la direzione per la ferrata.

Dalla costruzione prendere il sentiero forestale che per i primi 200mt costeggia il torrente fino ad un bivio con il sentiero per Buffaure a destra. Al bivio prendere quindi il sentiero di sinistra che ben presto inizia a salire per il bosco; prestare particolare attenzione ai segni, dato che ci sono alcuni sentieri non segnati ma ben calpestati che possono far sbagliare strada.
Si salgono 4 tornanti (15/20min) per poi dirigersi verso una grande spaccatura della parete (20min); arrivati alla spaccatura nella roccia si trova l’attacco della ferrata che si sviluppa tutta la prima parte di essa… visto l’impegno fisico che vi aspetta nel primo pezzo della ferrata, prima di indossare l’imbrago e partire, vale la pena di prendere fiato, bere un sorso e fare qualche bella foto verso Cima Dodici incorniciata dalla stupenda spaccatura nella roccia.

La prima parte della ferrata è impegnativa sin da subito e man mano che si procede le difficoltà aumentano fino ad arrivare al punto chiave di tutta la ferrata che indica la fine della prima parte… prendete fiato e riposate le braccia nei rari punti in cui è possibile ! se trovate una borraccia rossa della Quechua è quella caduta al mio compagno… salutatemela.
Inizialemente è presente sabbiolina che rende scivolosa la ripida salita ma ad intervalli ci sono gradoni dove poter prendere un po’ di fiato. Dopo aver superato una facile placca si comincia a salire verticalmente, alcuni punti sono ricchi di comodi appigli, ma in altri punti gli appigli sono veramente pochi e scomodi, soprattutto per chi (come me) è alto circa 1.70mt.
Finito questo pezzo consiglio di prendere fiato perchè a breve inizierà il punto chiave della ferrata; si sale in diagonale fino a raggingere un camino a strapiombo in cui ci sono pochi appigli e passaggi così stretti che anche zaini piccoli possono essere un po’ scomodi.
Qui il cavo si interrompe ed è necessario attaccarsi a quello che inizia sulla parete opposta alla quale ci si arriva bene anche se si è bassi di statura. Il prossimo pezzo è il punto chiave, il più difficile di tutta la ferrata sia fisicamente che psicologicamente: si sale diagonalmente, gli appigli sono scarsissimi, inizialmente possiamo fare affidamento a due funi in acciaio sospese nel vuoto ma poi dovremo usare tutte le forze per superare una parete liscia, con pochi e scomodissimi appigli… i bassi di statura come me farranno parecchia fatica; sarete in una posizione scomoda, faticosa e ancor più complicata quando dovrete staccare una mano per passare i moschettoni da un fittone all’altro. Alla fine del tratto diagonale, un fittone in acciaio aiuta ad assestarci per affrontare altri 6/7mt in verticale ed a strapiombo alla fine dei quali spunteremo in una bella terrazza ombreggiata dove riposarsi davanti ad un magnifico paesaggio.

Ora si percore un facile sentiero che senza nessuna difficoltà si snoda nel bosco fino ad arrivare ad un grande camino nella roccia dei Maerins dove inizia il secondo tratto di ferrata; prima di arrivare al secondo pezzo di ferrata, c’è un sentiero che porta verso Buffaure, utile come via di fuga per chi esausto.

La seconda parte della ferrata è ancora impegnativa, non ovviamente ai livelli della prima parte, ma da non sottovalutare vista la stanchezza accumulata fino ad ora. E’ composta da molti tratti verticali o quasi, per la maggior parte ci sono appigli comodi ma non sempre è così. Sono successivamente presenti alcune terrazze in cui riposarsi e poi altri tratti quasi in verticale fino al libro di vetta su un piccolo terrazzino scomodo. A questo punto potete raggiungere Baita Cuz con un sentiero ben visibile sulla sinistra… ma sarebbe un vero peccato dopo tanta fatica… molto meglio concludere in bellezza ed affrontare l’ultimo facile pezzo attrezzato quasi verticale e spuntare in cima con una bella vista sul Catinaccio Rosengarden mentre si procede sui prati del Buffaure verso la Baita Cuz a 2200mt.

Noi abbiamo affrontato la discesa sull piste da sci del Buffaure fino a Malga Crocefisso.
Quando siete praticamente alla fine della pista da sci, sulla destra c’è un sentiero che, senza farvi perdere troppo tempo, entra nel bosco e costeggia la riva destra del torrente. Proseguendo sul sentiero per circa 10min, ad un certo punto sulla sinistra vedrete tra gli alberi un piccolo spazio a fianco del torrente dove partono due cavi metallici che attraversano il torrente (un cavo in basso per i piedi ed uno in alto per aggrapparsi con le mani)… un modo alternativo e divertente per attraversare il torrente. Alla fine del cavo fate un breve sentiero in salita sulla sinistra e spuntate sul prato quasi di fronte a Malga Crocifisso.

Nota: nel 2013 il sentiero non era contrassegnato da numero CAI.


Periodo consigliato:

Solo in giorni di bel tempo, possibilmente partire nel primo pomeriggio perché al mattino la parete è al sole.


Note:

Ferrata stupenda, divertente, si prova una grande soddisfazione completarla; anche se sempre ottimamente attrezzata, è molto difficile, richiede agilità, grande impegno fisico sia di gambe e soprattutto di braccia; alcuni tratti sono estremamente a strapiombo e sono proprio i tratti più difficili in cui non ci si può assolutamente trovarsi in difficoltà a causa del vuoto che si ha sotto.
A causa di molti passaggi stretti, consiglio di usare zaini piccoli. Non sottovalutate la sua difficoltà, prendete fiato quando potete e soprattutto cercate di uscire alla svelta dal passaggio chiave alla fine della prima parte della ferrata… fare degli errori in quel punto significa consumare tantissime energie.


Alcune foto:

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