Ferrata della Memoria, Vajont, Longarone (BL)

Luogo di partenza ed arrivoApposito parcheggio, vedi descrizione
DistanzaPoco meno di 5km
Dislivello220/250mt circa
Tempi15min circa dal parcheggio all’attacco della ferrata;
1:30/2:00 ore circa per la ferrata;
1:00 ora circa dalla fine della ferrata al parcheggio.
Quota massima800mt circa
DifficoltàMedia – Media/Difficile (vedi considerazioni sotto)
Data escursione10/06/2023
NoteEstremamente consigliata una torcia elettrica (frontale o a mano);
E’ a bassa quota, evitare giornate molto calde, munirsi di liquidi.

Storia:

La diga del Vajont si trova in Friuli Venezia Giulia in provincia di Pordenone, mentre la ferrata inizia in Veneto.

La diga è tristemente nota per il disastro del 09/10/1963 quando franò un pendio del monte Toc dentro al bacino idrico realizzato con la diga; questa non ebbe danni ma l’enorme quantità d’acqua che tracimò da essa, fece un’onda tale da inondare e distruggere gli abitati a fondo valle (clicca QUI per ulteriori informazioni).

La ferrata, che risale la gola del torrente Vajont, è stata costruita nel 2015 e chiamata “della memoria” a ricordo di quanto accaduto.


Brevi considerazioni sulla ferrata:

Essendo a bassa quota evitare questo itinerario in giornate molto calde e munirsi di molti liquidi… eccessiva umidità e temperatura tipica della zona, possono renderla fisicamente impegnativa.

La ferrata è ben attrezzata, in ottime condizioni, molto frequentata ed intervallata da tratti facili ed 8 tratti verticali di varia lunghezza e difficoltà.

Nella sua complessità, a mio parere (soprattutto per chi ha fatto altre ferrate), non è proprio da considerare difficile ma piuttosto di difficoltà media o media/difficile in quanto è relativamente breve, il dislivello è poco, sono presenti molti tratti facili ed i tratti verticali, anche se molti, sono tutti relativamente brevi; inoltre, essendo a bassa quota, i tratti esposti non fanno la stessa impressione delle ferrate di pari livello a quote decisamente superiori e pertanto l’impatto psicologico è ben diverso… attenzione però ai primi 3 tratti verticali che sono sicuramente brevi ma impegnativi sia per la verticalità, sia per le pareti levigate dovute anche alle molte persone che percorrono questo itinerario; i restanti 5 tratti verticali sono più facili in quanto sempre ricchi di appigli naturali ed artificiali, nonostante il terreno sia più friabile rispetto ai precedenti


Come raggiungerla:

Arrivati a Longarone (BL), seguire le indicazioni per il paese di Erto o diga del Vajont. Usciti da Longarone la strada inizia a salire e seguendola si passa esternamente al paese Codissago, lasciandolo alla propria destra.

Iniziano i tornanti, contarli fino al sesto sul quale si prenderà una stradina che si stacca sulla destra dove un cartello indica la ferrata; si percorre la stradina per un cento/duecento metri fino ad arrivare al parcheggio non troppo grande.


Breve descrizione itinerario:

  • Prima parte, dal parcheggio all’attacco della ferrata: considerando il poco tempo necessario per raggiungere l’attacco della ferrata, già al parcheggio è consigliabile indossare l’imbrago e prepararsi per affrontarla. Dall’auto si cammina verso la visibile galleria ma, anziché entrarci, si prende il sentiero che le passa a destra in mezzo al bosco, come indica il cartello ad inizio sentiero. Inizia una breve camminata nel bosco fino a raggiungere una galleria; si consiglia vivamente di utilizzare una torcia (frontale o a mano) in quanto la galleria non è corta, è buia, non c’è luce artificiale e solamente di tanto in tanto filtra la luce del sole da “feritoie” sulla destra. Usciti dalla galleria si percorre un brevissimo tratto di sentiero fino all’inizio della ferrata.
  • Seconda parte, ferrata: la prima parte è caratterizzata da un facilissimo sentiero attrezzato quasi pianeggiante, con dirupo alla propria destra, dove il cavo serve solo da corrimano tranne in due punti in cui si attraversano tratti aerei ben attrezzati da staffe. Si arriva alla vera e propria ferrata che inizia con una scala metallica quasi verticale; superata la scala, inizia la parte più difficile della ferrata caratterizzata da un primo tratto verticale che, oltre ad essere molto esposto, è su parete molto levigata e gli appigli non sono molti o comunque non sono comodi per le persone di bassa statura. Breve e facile passaggio su cengia e poi altro tratto verticale difficile quasi come il precedente, intervallato da piccoli balconcini. Altra breve cengia per poi affrontare un altro tratto verticale di cui i primi 4/5mt sono i più difficili e serve un po’ di forza a causa dei pochi appigli che però successivamente aumentano (sia artificiali che naturali). Da qui in poi le difficoltà diminuiscono anche nei tratti verticali in quanto sono presenti più appigli sia naturali che artificiali… si procede su altra cengia facile per poi ripartire in verticale su parete più friabile rispetto alle precedenti ma ricca di appigli. Ora parte una larga cengia che si stringe pian piano fino ad affrontare un traverso diagonale susseguito da un tratto verticale, da un’altra cengia e da un altro tratto verticale più lungo dei precedenti su terreno friabile ma ottimamente attrezzato. Si procede in salita fino ad un traverso esposto per poi proseguire in verticale in una scanalatura della roccia, altro tratto esposto e poi ancora si procede in verticale. ultimo tratto molto semplice che porta al libro di via ed alla fine della ferrata che si conclude con una scaletta metallica.
  • Terza parte, dalla fine della ferrata alla diga del Vajont: superata l’ultima scaletta metallica, si procede sul sentiero sterrato n.ro 380 in facile discesa nel bosco in cui si incontra un bivio.
    • Se al bivio si va a sinistra, seguire le indicazioni per Casso per ritornare al parcheggio.
    • Se al bivio si va a destra, si arriva alla diga che, per chi non c’è mai stato, consiglio di visitare e di ascoltare e leggere i racconti sulla storia della tragedia. Dalla diga si scende (purtroppo) sulla strada asfaltata in discesa per un lungo tratto, quasi sempre in galleria illuminata; quando si esce dalla seconda galleria si prende alla propria sinistra il ben visibile sentiero che, scendendo in mezzo al bosco, porta al parcheggio.

Alcune foto:

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